Brum Brum. 254.000 chilometri in Vespa by Giorgio Bettinelli

Brum Brum. 254.000 chilometri in Vespa by Giorgio Bettinelli

autore:Giorgio Bettinelli
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2002-03-06T23:00:00+00:00


L'indomani proseguo per Tuxtla Gutiérrez, la capitale del Chiapas, e verso sera raggiungo San Mateo del Mar nello stato di Oaxaca (pronunciato Huahàha), dopo aver attraversato l'istmo di Tehuantepec, dove i due oceani si avvicinano maggiormente nel tratto di terra più stretto di tutto il Messico. Prima di arrivare a Tuxtla Gutiérrez, una città sorprendentemente moderna se paragonata a San Cristóbal de las Casas, con palazzi di dieci piani e quartieri pulitissimi, faccio una breve deviazione dalla Nacional 190 e mi fermo un paio d'ore in un altro villaggio tzotzil, Zinacantàn: qui gli uomini indossano delle particolari tuniche a larghe strisce rosse e bianche (che con i numerosi lavaggi diventano spesso di un rosa indistinto) e piatti cappelli di foglie di palma, adornati di nastri vistosissimi se l'uomo è scapolo, un po' più sobri quando è già sposato. Nonostante un cartello attaccato a una pianta davanti all'ingresso del villaggio annunci in spagnolo e in un inglese dallo spelling fantasioso che: "È stryctelley proibito fare fotografie!", conservo almeno una decina d'istantanee di abitanti di Zinacantàn attorno alla Vespa, intenti a indicare con i corti bastoncini che sempre hanno con sé i particolari del motore e della carrozzeria, le bandierine adesive, i bagagli e la chitarra: fotografie non rubate di nascosto né strappate col ricatto di pochi pesos, semplicemente scattate con naturalezza, senza sotterfugi da parte mia e senza commenti o proteste da parte loro. Quando poi entro nel piccolo spaccio all'angolo della chiesa, che vende granaglie, articoli da ferramenta, attrezzi agricoli e alimentari, e ne esco con due confezioni di penne Bic da cinquanta pezzi a pacchetto, per distribuirle ai bambini del villaggio improvvisamente moltiplicatisi e vocianti con una raggiera di manine tese in avanti, le facce impenetrabili degli uomini di Zinacantàn si sciolgono in un sorriso, e metto in moto per andarmene circondato da composti cenni d'assenso e da un paio di "gracias" sussurrati con serietà. Per qualche minuto, dopo essere ritornato sulla strada principale, sono quasi pentito della mia performance con le penne a sfera, che ricorda molto quella di vecchie signore benestanti in escursione tra i "locali", con un'espressione paternalistica negli occhi e i gioielli prudentemente lasciati nella cassetta di sicurezza dell'albergo. Mi dico che simili gesti plateali non servono, sono un'inutile e poco meritevole carità personale fatta sotto gli occhi di tutti; mi ricordo anche una frase asciutta, intransigente e abbastanza stupida di un amico, che a proposito di una situazione analoga aveva detto che "è sbagliato innescare il desiderio di consumismo in ragazzini che forse non l'hanno ancora" (sic)... Ma poi faccio spallucce, ricorro alla panacea schietta di un romanesco "'sticàzzi! " bofonchiato tra i denti, e seguo le curve della strada senza più dubbi. I bambini di Zinacantàn potranno scrivere sui loro quaderni per qualche giorno, o cambiare subito le penne con delle caramelle all'emporio di fianco alla chiesa; e il ricordo delle loro mani che si facevano largo tra le mani e i gomiti altrui rimarrà con me, per riaffiorare in qualche altra parte del mondo quando meno me l'aspetto: meglio di niente.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.